Il tema dei big data è presente da molti anni nelle discussioni della comunità tech ed economica. Si riferisce a insiemi di dati, così articolati e complessi, oppure semplicemente così vasti, che i tradizionali sistemi di data processing non sono in grado di trattarli e trarne informazioni. L’origine del termine si fa risalire alla fine degli anni ’90, quando lo scienziato americano John R. Mashey mise insieme le due parole e le utilizzò per dare il titolo a un suo saggio: Big Data and the Next Wave of InfraStress.

I big data piacciono molto a chi si occupa di marketing: i grandi social network sono stati i primi a trasformarli in ricchezza per chi pianifica campagne pubblicitarie o anche solo è a caccia di informazioni e insight (leggi il post di Francesco Di Credico, scritto un anno fa nel suo blog su HuffPost: Piccole Intelligenze Artificiali Crescono).

I big data sono in realtà utili a molteplici settori: quello commerciale e quello di sviluppo prodotto, ad esempio. Le informazioni sui comportamenti di acquisto e le preferenze dei consumatori possono guidare a fare le giuste politiche di prezzo o a sviluppare prodotti di sicuro successo.

 

Che impatto stanno avendo e possono avere i big data sul mercato del lavoro? Questa è la domanda che si sono poste Adecco Group e la sua società specializzata Modis, che hanno condotto un’interessante indagine sulle aziende italiane, per capire quale è il grado di conoscenza del tema, quali e quante novità sta portando, come si pensa di gestirle e con quali professionalità.

I risultati sono stati presentati nel corso di un evento all’Università di Milano Bicocca, nell’ambito di Bicocca Job Days. Sono interessanti e sorprendenti al tempo stesso: la quasi totalità delle aziende vedono i big data come un’opportunità; ma di contro solo una piccola percentuale (il 12%) dichiara una conoscenza approfondita del tema. Tantissimi spazi, quindi, per la formazione sul tema e per i professionisti della materia che si affacceranno sul mercato del lavoro.

Ecco di seguito tutti i dati nell’infografica realizzata da LiveXtension.